Giuseppe Dozza (Bologna, 29 novembre 1901 – 28 dicembre 1974) è stato un politico italiano, sindaco di Bologna per 21 anni dal 1945 al 1966.
Nato in una famiglia economicamente modesta, aderisce al Partito Comunista Italiano fin dalla sua fondazione (1921). Nel 1923 è segretario della Federazione Giovanile Comunista. La sua attività antifascista gli costerà la condanna all'esilio, che egli sconterà prima in Francia e poi in Unione Sovietica, dove conoscerà per la prima volta Palmiro Togliatti di persona.
Dozza tornerà in Italia clandestinamente nel 1943 con l'obiettivo di organizzare la Resistenza partigiana nell'Emilia-Romagna. Poco dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale l'esercito anglo-americano gli affida la carica di sindaco di Bologna (precedentemente ricoperta dal podestà fascista Mario Agnoli), che egli conserverà fino al 2 aprile 1966 quando, stanco e malato, cederà il posto al compagno di partito Guido Fanti.
Venne soprannominato "Il sindaco della ricostruzione" perché al momento dell'insediamento della sua giunta comunale il territorio di Bologna era distrutto per il 70%. Si impegnò quindi in un'opera di ricostruzione edilizia e, quando i suoi incarichi municipali finirono, la città emiliana era diventata una delle meglio organizzate della penisola. La maggioranza dei servizi realizzati durante il suo governo (asili, rifornimenti di acqua, trasporti pubblici, scuole ed ospedali) furono resi pubblici.
Giuseppe Dozza, che nel 1947 era anche stato eletto deputato all'Assemblea Costituente, batté nel 1956 il democristiano Giuseppe Dossetti alle elezioni comunali. Il suo ultimo incarico fu quello di consigliere comunale, sempre a Bologna e sempre con il PCI, ottenuto dopo le consultazioni del 1970.
Nato in una famiglia economicamente modesta, aderisce al Partito Comunista Italiano fin dalla sua fondazione (1921). Nel 1923 è segretario della Federazione Giovanile Comunista. La sua attività antifascista gli costerà la condanna all'esilio, che egli sconterà prima in Francia e poi in Unione Sovietica, dove conoscerà per la prima volta Palmiro Togliatti di persona.
Dozza tornerà in Italia clandestinamente nel 1943 con l'obiettivo di organizzare la Resistenza partigiana nell'Emilia-Romagna. Poco dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale l'esercito anglo-americano gli affida la carica di sindaco di Bologna (precedentemente ricoperta dal podestà fascista Mario Agnoli), che egli conserverà fino al 2 aprile 1966 quando, stanco e malato, cederà il posto al compagno di partito Guido Fanti.
Venne soprannominato "Il sindaco della ricostruzione" perché al momento dell'insediamento della sua giunta comunale il territorio di Bologna era distrutto per il 70%. Si impegnò quindi in un'opera di ricostruzione edilizia e, quando i suoi incarichi municipali finirono, la città emiliana era diventata una delle meglio organizzate della penisola. La maggioranza dei servizi realizzati durante il suo governo (asili, rifornimenti di acqua, trasporti pubblici, scuole ed ospedali) furono resi pubblici.
Giuseppe Dozza, che nel 1947 era anche stato eletto deputato all'Assemblea Costituente, batté nel 1956 il democristiano Giuseppe Dossetti alle elezioni comunali. Il suo ultimo incarico fu quello di consigliere comunale, sempre a Bologna e sempre con il PCI, ottenuto dopo le consultazioni del 1970.
(da Wikipedia)
Vedi: La Febbre del Fare, Bologna 1945-80
Regia: Michele Mellara, Alessandro Rossi
Anno di produzione: 2010
Durata: 83'
Tipologia: documentarioGenere: politico/sociale/storico
Produzione: Mammut Film, Cineteca del Comune di Bologna
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