venerdì 14 novembre 2008
NOVECENTO
"C’era forse nel finale del film quasi un eccesso di fede da parte mia, di passione per questo Partito comunista, per questa parola «comunista» che imparai in un campo di pomodori da bambino. Stavo lì con le donne e a un certo punto, era il 1950, apparve una macchinetta con l’altoparlante che annunciava: «Domani tutti in piazza per lo sciopero generale per la morte di Attila Alberti». Io chiedo alla Nella, la contadina: «Ma chi è?». Allora lei si alza, proprio quasi recitando inconsapevolmente, e risponde: «Un comunista...». E allora ho avuto un imprinting, in mezzo all’odore del pomodoro, a settembre."
Bernardo Bertolucci - Trent'anni dopo "Novecento" -
Intervista di Giacomo Papi Diario, 23 giugno 2006
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